Le proteste dei produttori italiani contro le importazioni di grano duro estero sono ben note. Glifosato, micotossine e accordi CETA (trattato di libero scambio con il Canada) sono ormai termini ben conosciuti da tutti gli operatori della filiera del grano duro. Ma cosa pensano i canadesi di tutto questo? Nell'articolo seguente, il punto di vista di Cam Dahl, presidente di Cereals Canada. "Le recenti proteste degli agricoltori italiani contro le importazioni di grano duro sono molto più complesse di quanto a prima vista potrebbe sembrare. L'anno scorso, il governo italiano ha proposto l'etichettatura dell'origini del grano per la pasta italiana. L'impatto sarebbe simile all'etichettatura del paese di origine delle carni che entrano negli Usa" Ciò, secondo il presidente di Cereals Canada, risulterebbe pregiudizievole per le esportazioni di grano duro canadese verso l'Italia. Questa azione è vista dal presidente di Cereals Canada come una forma protezionistica, mossa dagli agricoltori per aumentare il valore del grano duro italiano, rendendo più costosa l'importazione di grano duro canadese. Il Canada, ha continuato Dahl, è il maggior esportatore di grano duro verso l'Italia per la sua alta qualità, la migliore al mondo. Senza l'utilizzo di grano duro canadese, la qualità della pasta italiana sarebbe più bassa. Nel 2014/2015, l'Italia ha importato 1,4 milioni di tonnellate di grano duro canadese. L'annata agraria successiva, 1,2 milioni. Secondo Dahl, le proteste dei produttori di grano duro italiano non devono danneggiare l'immagine della qualità del grano canadese. Il Canada ha una reputazione eccelsa per quanto riguarda qualità e sicurezza alimentare. Dahl spera che il governo italiano non tenga conto di queste pressioni protezionistiche e che dia il suo contributo nell'accordo commerciale tra Canada e Unione Europea.