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Secondo un articolo pubblicato da Stormx,risulterebbero ingiustificate le reazioni al ribasso delle quotazioni di cereali e soya.Lunedì scorso,al diffondersi di notizie allarmanti riguardo il dilagare dell'influenza suina,i mercati hanno reagito con forti vendite che hanno depresso le quotazioni di soya,mais e grano,(anche se quest'ultimo cereale non entra normalmente nelle razioni alimentari dei suini),nel timore di una diminuzione dei mangimi a base di queste materie prime.Cina,Russia, Thailandia,Giordania,Indonesia e Filippine,a scopo precauzionale hanno vietato temporaneamente l'importazione di carne di maiale e prodotti derivati dagli Stati Uniti.Nel 2008 questi ultimi hanno esportato più di 900 mila tonnellate di carne di maiale,secondo la ripartizione in tabella:
Da stime effettuate da Stormx risulterebbe che le esportazioni statunitensi di carne di maiale inciderebbero per circa l'1% sul consumo nazionale di mais e circa l'1,4% sul consumo di soya.Vista la modesta incidenza,anche con un prolungato periodo di divieto alle esportazioni di carne di maiale, l'impatto sul mercato dei cereali e soya dovrebbe essere trascurabile.Al contrario,Stormx ritiene che l'effetto delle condizioni metereologiche sui prezzi delle materie prime sarà molto più influente,a partire dalle prossime settimane,rispetto all'incidenza delle riduzioni del consumo di cereali e soya ad uso mangimistico.