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Speciale Russia

21.09.2009

Pur avendo il 10% dei terreni coltivabili del mondo e solo poco più del 2% della popolazione mondiale,la Russia è importatore di prodotti alimentari.E' probabile che la produzione di grano,orzo e mais nel 2009/2010 sia in diminuzione a causa di rese inferiori provocati dalla siccità,ma,entro il 2013,la Russia sarà uno dei maggiori Paesi esportatori di grano al mondo.Secondo quanto pubblicato da Reuters,nel Giugno del 2009,il Presidente Dmitry Medvedev ha dichiarato che i programmi della Russia prevedono,nei prossimi anni,un aumento del 25% della produzione di cereali a 133-136 milioni di tonnellate,per contribuire alla sicurezza alimentare globale.Sebbene l'Unione Sovietica sia stata autosufficiente nella produzione alimentare fin dagli anni 80,i pericoli di un futuro collasso erano già evidenti.Le rese dei cereali erano solo una frazione di quelle statunitensi e la maggior parte delle aziende agricole erano costituite da inefficienti imprese statali.Intorno agli anni '80,furono autorizzate un piccolo numero di aziende agricole private che,malgrado avessero a disposizione solo il 3%  dei terreni agricoli,produssero circa il 25% dell'intera produzione agricola nazionale.Nel 1991,con la caduta dell'Unione Sovietica,il sistema basato sui sussidi agli agricoltori e sulle vendite a prezzi garantiti, cominciò a vacillare.I cambiamenti dei mercati provocarono le cessazione dell'attività di molte imprese agricole e la produzione calò vortiginosamente,trasformando la Russia in un Paese importatore di prodotti alimentari.Tuttavia a partire dalla fine della anni '90,il sistema ha iniziato a girare diversamente.I produttori sopravvissuti sono diventati più effecienti e sono emerse grandi imprese agricole.Il Servizio Statistico Federale Statale mostra che la percentuale di produzione agricola delle grandi aziende espressa in termini di valore prodotto, è passata dal 41,2% del 2005 al 43,4 nel 2007 e la percentuale di aziende piccole,a livello famigliare,si è abbassata dal 53,2% nel 2005 al 49,6% nel 2007.E' prevedibile che la produzione di cereali si espanda rapidamente,grazie ai piani di sostegno del governo che prevedono un maggior uso di semi di maggior resa,all'utilizzo di maggiori quantità di fertilizzanti e incentivi per investimenti in macchinari.12 miliardi di rubli (circa 397 milioni di dollari USA) sono stati investiti tra il 2005 ed il 2007 per il miglioramento delle rese delle colture e per attirare investimenti dall'estero.Riportando quanto pubblicato da Moscow Times,nel mese di Marzo del 2009,la società granaria PAVA è alla ricerca di potenziali investitori esteri per contribuire a triplicare i terreni sotto il proprio controllo.L'espansione agricola potrebbe beneficiare delle recenti normative di Putin che prevedono,per la prima volta dal 1917,lo scambio di terreni nazionali.Ciò potrebbe attirare forme di investimento che potrebbero aiutare la Russia a diventare uno dei principali artifici nella produzione agricola mondiale.Il governo spera che l'istituzione di United Grain Company aiuterà ad incrementare la produzione e l'esportazione di cereali.Secondo quanto riportato dall'USDA,nel Marzo del 2009 il Presidente Medvedev ha firmato un decreto che pone come priorità alla società prima citata di incrementare l'acquisto e la vendita di cereali sul mercato interno,aumentare le esportazioni,costruire e riammodernare strutture per il magazzinaggio,molini e terminali portuali.Il governo si pone il limite di 9 mesi per sviluppare le strategie della società di negoziazione per il periodo 2009-2012 e 2013-2015 e per sviluppare investimenti privati.La divisione tra Stato e proprietà privata,così come i dettagli sulla strategia ed il ruolo della società nel mercato dei cereali non è ancora ben delineato.Il maggior impegno del governo potrebbe politicizzare le esportazioni dei cereali,così come è avvenuto negli ultimi anni per l'energia.La Russia ha anche promosso un'iniziativa volta a creare un blocco commerciale sul Mar Nero per l'esportazione dei cereali,alleanza che prevede l'accordo commerciale con Ucraina e Kazakistan.Insieme,il"cartello"prevede la gestione delle riserve dei cereali,mentre sono in via di sviluppo la rete ferroviaria e la capacità portuale dei Paesi citati.Gli Stati Uniti hanno protestato perchè un simile sistema sarebbe in contrasto con i principi dell'OMC.Tuttavia,nonostante i progressi,gli investimenti ed i programmi del governo,rimangono una serie di sfide che devono essere affrontate se il fine della Russia è quello di diventare uno dei maggiori produttori mondiale di materie prime alimentari.Rimangono i problemi connessi con le grandi aziende agricole,le infrastrutture che in molte zone della Russia sono obsolete.Nel 2008 ci sono stati insufficienti impianti di stoccaggio ed i raccolti hanno subito notevoli ritardi a causa dell'inefficienza dei trasporti ferroviari.Un'altra sfida scoraggiante per le autorità russe è il problema demografico.La popolazione russa è in calo e le aree rurali sono state particolarmente colpite sotto questo aspetto.A meno che il governo non riesca ad arginare la fuga dei giovani dalle campagne alle città,è improbabile che la Russia possa realizzare quanto programmato.Nel mezzo della recessione globale,la Russia è in una profonda crisi macroeconomica. Le prospettive dei consumi delle famiglie sono deboli,e la produzione del settore privato è in diminuzione,il credito al dettaglio è limitato.A Marzo del 2009,la disoccupazione è stata al 9,5%,il punto più alto degli ultimi 8 anni e ci sono previsioni che a fine anno aumenti fino al 14%.Si prevede un miglioramento del PIL dell'1% nel 2010 e del 3,5% nell'anno successivo.

da Business Monitor International

 


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